In questa foto c’è tutto quello che serve per capire perché gli edifici crollano anche per terremoti di magnitudo apparentemente* bassa.
Manca completamente la concezione strutturale, il pensare l’edificio in ottica di accelerazioni orizzontali e non solo di carichi verticali.
Dobbiamo capire che non contano solo i materiali ma anche come questi materiali vengono pensati e assemblati. Non conta se l’edificio sia abusivo o meno, anche se dubito che un edificio costruito nel disprezzo delle norme urbanistiche rispetti le norme tecniche per le costruzioni. Non bisogna obiettare sulle scelte del progettista, che con la sua firma e il suo timbro si prende la responsabilità penale dei danni provocati da quell’opera. E se ci propongono la scorciatoia, non prendiamola: faremmo dormire i nostri figli in un edificio non sicuro? Dai fatti di questi giorni parrebbe che la risposta non sia poi così scontata.
Non ascoltiamo i geologi, i giornalisti e i commentatori di varia estrazione che ci parlano di sicurezza degli edifici.
Gli ingegneri italiani sono in gamba, hanno i mezzi, le normative, le capacità per costruire edifici sicuri. Si prendono le responsabilità quando serve, a testa bassa portano avanti il loro lavoro anche se non è economicamente (e spesso anche socialmente) così gratificante come dovrebbe. Anche tra noi ovviamente ci sarà qualcuno più o meno bravo, più o meno onesto. Ma non si giudica male una pianta solo per un paio di frutti marci.
I nostri ingegneri non sono meno bravi di quelli giapponesi o californiani.
Hanno solo bisogno di lavorare in pace, senza interferenze, liberi di applicare le norme (un po’ cervellotiche e astruse è vero, ma su questo ne discutiamo tra di noi).
Noi ingegneri non andiamo in TV a parlare del perché gli edifici crollano, ma andiamo nei tribunali con il cuore in gola quando un edificio crolla per davvero. Credete forse che ci permetteremmo qualche leggerezza e metteremmo a rischio la vostra vita?
Finito il tempo della copertura mediatica, passata la psicosi temporanea, si tornerà alla normalità, a parlare di altri temi e il terremoto e i relativi esperti verranno messi nel cassetto fino alla prossima occasione.
Sappiate che noi siamo qui e per tutelare la vostra sicurezza abbiamo bisogno solo di una cosa: che ci lasciate lavorare in pace.
*: in due parole la magnitudo misura l’energia liberata dal sisma, e può essere calcolata secondo diversi metodi (Ml, Md, Mw, ecc.), mentre i danni agli edifici avvengono principalmente per le accelerazioni a cui sono sottoposti, per la tecnica costruttiva impiegata, per la forma, per il periodo proprio, per i carichi agenti e mille altri parametri.
Fonte immagine: Sky.it