Il terremoto non è un fenomeno che si verifica nel suo ipocentro, bensì una rottura della crosta terrestre lungo piani di scorrimento (la faglia) che può estendersi anche per molti chilometri, in larghezza e in profondità, arrivando talvolta ad affiorare in superficie. Possiamo quindi parlare di una faglia estesa lungo la quale anche l’intensità dello scorrimento (slip) non è costante, bensì varia da zero a un valore massimo, in funzione principalmente dalla magnitudo dell’evento.
Nel caso del terremoto de L’Aquila (M 6.1, 6 aprile 2009) si è stimato un picco di scorrimento sul piano di faglia di circa 1 metro (Figura 1), mentre per eventi rilevanti come il terremoto in Giappone del 2011 (M 9.0, 11 marzo 2011) si può arrivare a scorrimenti di diverse decine di metri.
Al terremoto si accompagnano sempre delle deformazioni permanenti del suolo, che hanno anch’esse un picco massimo, generalmente in prossimità dell’epicentro, e vanno gradualmente a zero, allontanandosi da questo. In questo caso, oltre alla magnitudo, un ruolo importante lo svolge la profondità dell’evento: terremoti profondi generano deformazioni permanenti molto minori di terremoti superficiali, a parità di magnitudo.
Nel caso del terremoto a L’Aquila, ad esempio, il suolo ha avuto un abbassamento massimo di circa 30 cm; dopo il terremoto di Norcia del 30 ottobre 2016, si sono misurati abbassamenti fino a un metro. Per eventi estremamente forti come quello in Giappone del 2011 si sono registrate deformazioni di parecchi metri.
E’ in fase di sviluppo all’INGV una piattaforma per la produzione di prodotti scientifici relativi ad eventi sismici significativi in Italia e nel mondo: una rappresentazione della faglia estesa e delle deformazioni permanenti da essa indotte. Le informazioni prodotte si aggiungeranno a quelle già disponibili tramite le pagine web e i social INGV e verranno aggiornate, in modo automatico o con il supporto di un operatore esperto, in base alla disponibilità di nuovi dati riguardanti l’evento sismico.
Continua a leggere maggiori informazioni sulla faglia estesa e sulle deformazioni superficiali nell’articolo disponibile sul sito INGV.
In copertina: mappa delle deformazioni permanenti prodotte dal terremoto di magnitudo 7.4 verificatosi in Messico il 23 giugno 2020, usando il meccanismo focale prodotto dall’USGS, disponibile già pochi minuti dopo l’evento. Le deformazioni verticali sono rappresentate tramite la scala di colori, mentre quelle orizzontali tramite frecce. In nero il contorno della faglia estesa (da articolo INGV citato).