Nel mondo complesso e dinamico della geologia, due fenomeni spesso confusi sono il terremoto e il bradisismo. Entrambi modellano il nostro pianeta in modi unici, ma hanno origini e impatti molto diversi.
Cominciamo con il terremoto, un evento che molti di noi hanno sperimentato almeno una volta nella vita. Immaginate la Terra come un gigantesco puzzle di placche tettoniche. Queste placche, mosse da forze immense, si scontrano, scivolano o si separano, rilasciando enormi quantità di energia. Questa energia si manifesta sotto forma di onde sismiche, che viaggiano attraverso il sottosuolo e si fanno sentire in superficie come terremoti. La loro natura improvvisa e la capacità di causare enormi danni – come crolli di edifici, frane e persino tsunami – rendono i terremoti tra i fenomeni naturali più temuti.
D’altra parte, abbiamo il bradisismo, meno conosciuto ma altrettanto affascinante. Pensate al bradisismo come a un lungo respiro della Terra, dove il suolo si solleva o si abbassa molto lentamente. Questo movimento graduale è spesso legato a cambiamenti nel magma sottostante o a variazioni nella pressione idrostatica. A differenza dei terremoti, il bradisismo non è un prodotto diretto del movimento delle placche tettoniche. I suoi effetti sono meno immediati e drammatici, ma nel corso del tempo possono trasformare radicalmente un paesaggio, influenzando edifici e infrastrutture dell’area interessata. Il fenomeno è ben noto anche in altre caldere vulcaniche nel mondo con il nome di risorgenza calderica.
In sintesi, il terremoto e il bradisismo ci mostrano due facce della geologia: una rapida e spesso distruttiva, l’altra lenta e graduale. Entrambi ci ricordano quanto sia dinamico e in continua evoluzione il pianeta su cui viviamo. Nel mondo della geologia, ogni movimento conta, sia che si tratti di un brusco scossone o di un lento cambiamento nel corso dei secoli.
L’area flegrea è soggetta a lenta deformazione del suolo nota con il nome di bradisismo (letteralmente movimento lento del suolo) che avviene con modalità diverse nel tempo, portando sia al sollevamento che alla subsidenza dell’area interessata. Il fenomeno è ben noto anche in altre caldere vulcaniche nel mondo con il nome di risorgenza calderica.
Fonte immagine di copertina: Il Mattino “2 marzo 1970: 48 anni fa l’evacuazione del Rione Terra di Pozzuoli” (link)
Fonte immagini: INGV Osservatorio Vesuviano (link)