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Sapreste spiegarlo ad un bambino (o ad una nonna)?

Buona parte del mio lavoro consiste nel parlare/scrivere/raccontare ad altri le cose che loro vogliono sapere e conoscere, e non sempre queste coincidono del tutto con le mie conoscenze nel momento in cui mi viene affidato l’incarico. Conosco l’argomento di cui andrò a parlare, ovviamente, ma non conosco quali aspetti di quell’argomento interesseranno nel dettaglio al mio uditorio.

Il problema di chi fa il mio mestiere è che spesso ci si limita a parlare sempre e solo di quello che si è imparato un tempo, e sempre nello stesso modo come se davanti si avessero sempre le stesse persone. Si è cresciuti, ma lì ci si è fermati.

Come evitare questa pericolosa trappola? Come vincere la reticenza ad imparare cose nuove a 30/40/50/60 anni?

Il premio Nobel per la Fisica Richard Phillips Feynman sviluppò una tecnica utile per apprendere argomenti complessi ed essere poi in grado di spiegarli ad altri. Se ci è riuscito lui, che ha vinto un Nobel, ha un asteroide che porta il suo nome ed è considerato il padre delle nanotecnologie, perché non provarci anche noi?

1) Identificate il soggetto

Scrivete tutto ciò che sapete su un argomento. Quando trovate nuove informazioni a proposito, le aggiungete utilizzando anche disegni e schemi grafici. Io uso carta e penna, ma va bene qualsiasi dispositivo.

Lo schema della foto, tracciato sul tovagliolo di un bar davanti agli occhi di una moglie incredula (ed estremamente paziente!), è stato la partenza per un modello di valutazione attorno a cui ho scritto un libro. Non trovavo un metodo per rendere in modo chiaro quello che volevo comunicare, e l’idea mi è venuta vedendo come descrivevano le caratteristiche della miscela in una confezione di caffè.

2) Insegnatelo a un bambino

Se riuscite a insegnare un concetto a un bambino, siete già a un ottimo punto. Un aforisma, non si sa se reale o meno, attributo ad Albert Einstein dice “Non hai veramente capito qualcosa finché non sei in grado di spiegarlo a tua nonna”. Nonna e nipote, poco cambia: entrambi devono capire quello che volete dire.

Iniziate con una pagina vuota e scrivete il titolo dell’argomento o del tema che volete trattare. Quindi, sotto l’argomento, scrivete tutto quello che sapete. Scrivete in modo semplice e facile, senza paroloni o termini complessi, così che anche un bambino (e una nonna!) possano capire ciò di cui state parlando.

La scienza è piena di terminologie complesse e questo è il motivo per cui i famosi diagrammi di Feynman sono diventati così preziosi. I suoi schemi illustrarono in modo semplice concetti che altri scienziati trasmettevano in complicate lezioni fiume.

Tabelle, disegni, schemi, diagrammi di flusso: 3 ore per crearli, 3 secondi per capirli. Ma ne vale la pena!

La capacità di attenzione di un bambino richiede che un concetto gli venga trasmesso in modo rapido, prima che si distragga. I bambini non hanno l’abilità, o la capacità mentale, di concentrarsi troppo a lungo di così per capire qualcosa. Perché vogliamo far fare questo sforzo ad un adulto?

3) Identificate le lacune della vostra conoscenza

Questo è il punto in cui si verifica il nostro livello di apprendimento. Dove abbiamo lacune? Cosa non sappiamo? E se ci facessero quella determinata domanda?

Evidenziare le lacune della conoscenza ci aiuta a raccogliere e organizzare i nostri appunti in una narrazione coerente. Se non sappiamo qualcosa, mettiamoci a studiare. Torniamo al materiale iniziale e inseriamo le informazioni che ci possono aiutare a colmare le lacune. Non possiamo sperare che quella determinata domanda non ci capiti. E se ci capita e siamo colti in fallo, ci serva da lezione per la prossima volta!

4) Raccontate una storia

Iniziate a raccontarvi da soli la vostra storia. Mettete insieme gli appunti e iniziate a imbastire un racconto utilizzando spiegazioni concise. Riunite le parti più importanti della vostra conoscenza sull’argomento.

Quegli importanti appunti, quei bellissimi schemi, quelle correlazioni appuntate con il pennarello vi hanno aiutato a capire meglio l’argomento. Perché non usarle nella vostra formazione?

Esercitatevi a leggere la vostra storia ad alta voce. Immaginate di raccontarla, di disegnarla, visualizzate i volti e immaginate le obiezioni. Mettetevi in difficoltà: davanti ad uno specchio si può riavvolgere il nastro e ripartire, davanti a decine di persone sarà impossibile (e forse anche estremamente imbarazzante!).

5) Imparate dagli altri

Scrivevo in apertura che buona parte del mio lavoro consiste nel parlare/scrivere/raccontare ad altri le cose che loro vogliono sapere e conoscere, e questo è per me un grande aiuto. Perché le persone che incontro, tutte quante, mi danno ciascuna qualcosa da aggiungere alla mia conoscenza su quell’argomento, una domanda, un ragionamento, un’esperienza.

Un famoso detto popolare recita: “Chi sa fa, chi non sa insegna”.  Non sono mai stato d’accordo con questo detto, e se mi fosse concesso di apportarvi una piccola modifica personale diventerebbe “Forse chi sa fa,  forse chi non sa insegna, ma di sicuro tutti quanti abbiamo sempre da imparare“.

Di questo e di molto altro parleremo il 13 dicembre presso la sede nazionale di AIFOS a Brescia nel corso “I trucchi del formatore”. Vi aspetto!

Nota: Richard Phillips Feynman (New York, 11 maggio 1918 – Los Angeles, 15 febbraio 1988) è stato un fisico e divulgatore scientifico statunitense, Premio Nobel per la fisica nel 1965 per l’elaborazione dell’elettrodinamica quantistica. Wiki

Fonte immagine Feynman: Wikipedia

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