Abbiamo già parlato dei costi dei terremoti in ambito “mondo” in questo articolo. Ora affrontiamo il tema relativamente allo scenario italiano.
A partire dall’anno 2017, in Italia sono stati introdotti incentivi per incoraggiare l’adozione di assicurazioni per eventi sismici e il miglioramento/adeguamento strutturale per rendere gli edifici più resilienti ai terremoti.
Gli investimenti economici sono corposi, perché oltre all’aspetto di tutela delle vite umane le valutazioni sugli effetti di un terremoto su un territorio richiedono necessariamente anche considerazioni di tipo economico.
Uno studio di Swiss Re Institute riporta in un’infografica l’elenco dei terremoti più onerosi a livello economico in Italia, nel periodo 1968–2018. Il valore rappresenta le perdite economiche dirette in miliardi di dollari, con i costi attualizzati all’anno 2018.
Lo stesso documento cita la fonte EU “L’Aquila earthquake of 2009 offers lessons in disaster response, European Commission, 2012” che riporta:
In seguito al terremoto c’è stato un enorme calo nell’attività imprenditoriale e nel turismo della città. In totale sono stati persi 6.000 posti di lavoro a seguito del terremoto. E, delle 900 imprese locali all’interno del centro murato all’epoca, solo due dozzine erano state riaperte all’inizio del 2013.
L’infografica seguente riporta il totale dei fondi stanziati per terremoto in Italia (in milioni di euro).
Il corposo documento (link) “Terremoti. L’Aquila, Reggio-Emilia, Centro Italia: politiche e risorse per ricostruire il Paese DOCUMENTO DI ANALISI N. 7” a cura dell’Ufficio valutazione impatto del Senato, contiene numerosi dati e analisi sulle risorse allocate per i terremoti Aquilano, Emilia e Centro Italia.
Di seguito si propongono i 3 diagrammi che evidenziano il target di assegnazione delle risorse allocate per ciascun sisma.
Come si è visto, l’intervento finanziario a livello statale post-sisma è veramente consistente. Ecco perché sono estremamente strategiche misure di incentivazione sul miglioramento sismico degli edifici esistenti. Si tratta, possiamo dire, di “soldi ben spesi”.