I terremoti sono tra le catastrofi naturali più distruttive. La crescente urbanizzazione e l’accumulo di risorse nelle aree soggette a sisma hanno portato a una maggiore esposizione al rischio sismico in molte parti del mondo. Nell’ultimo decennio, un’ondata di forti terremoti – tra i più forti mai registrati – ha causato la perdita di vite umane e inflitto danni catastrofici in diverse regioni, portando a costi di ricostruzione e costi associati di portata senza precedenti.
Le perdite includono sia i danni alla proprietà che l’interruzione delle operazioni aziendali e le conseguenze possono essere di vasta portata: le perdite inflitte alle aziende direttamente colpite da un terremoto possono incresparsi nell’industria e nell’economia in generale.
Non sempre gli stabilimenti e gli edifici erano assicurati per i danni da sisma, richiedendo quindi un intervento pubblico per la ripartenza (con i relativi ritardi e penalizzazioni).
A causa della vastità dei grandi terremoti dell’ultimo decennio, specialmente dove sono stati innescati eventi di pericolo secondari (ad esempio, liquefazione o tsumani), spesso la devastazione provocata è stata molto ampia. In questi scenari, il processo di ripresa è stato complesso e lungo, ritardando il pieno ripristino dell’attività economica e sociale. Questo è stato il caso anche nei paesi più avanzati negli standard edilizi di ingegneria sismica (es. Giappone e Nuova Zelanda).
I maggiori terremoti degli ultimi 10 anni forniscono insegnamenti riguardo alla robustezza sismica degli edifici, sia dal punto di vista strutturale che non strutturale. Una conclusione chiave è stata che la gravità della perdita di eventi sismici, in particolare quando coinvolgono rischi secondari successivi, è spesso molto più estrema del previsto. La mappatura dei pericoli e la modellazione delle catastrofi sono migliorate nel tempo, così come la comprensione scientifica sottostante dei terremoti.
Un aspetto negativo dell’esperienza dei danni causati dal terremoto degli ultimi 10 anni è che i componenti non strutturali degli edifici sono stati un fattore determinante per i danni fisici complessivi e l’interruzione delle attività.
Oltre alle incertezze relative al movimento del suolo in una determinata risorsa/posizione, esistono anche incertezze sulla vulnerabilità della risorsa/posizione. Questi includono il modo in cui una struttura risponde allo scuotimento del terreno, la qualità e resistenza dei materiali da costruzione e della costruzione, l’interazione tra gli elementi strutturali e non strutturali e il peso e la massa fisica dei contenuti nella struttura al momento di un terremoto. I rischi commerciali tendono ad essere più diversi e complessi rispetto a quelli residenziali, in quanto la loro vulnerabilità è condizionata dal tipo di attività (struttura e contenuti). La maggior parte di questi fattori può essere stimata, ma non è mai nota con precisione.
Con il senno di poi dopo i principali eventi sismici dell’ultimo decennio, la modellizzazione dei grandi rischi industriali è progredita fino a comprendere:
I terremoti non possono essere prevenuti, ma grazie alle conoscenze acquisite dagli eventi passati, le aziende sono ora in una posizione migliore per adottare misure di preparazione al rischio più informate rispetto alle componenti strutturali e non strutturali della proprietà. In tal modo, possono diventare più resistenti alle costose interruzioni che possono derivare da grandi eventi sismici.